lunedì 5 novembre 2007

da METRICA ESOTERICA

Verso sciolto

Valicare il muro
soprattutto se oltre si sentono
suoni tintinnanti; le aspirazioni
come un paesaggio visto dalla
finestrella del bagno – una volta
da bambino.

Architravi di cherubini
gli uni sugli altri – si dipanarono
fino alle architetture rinascimentali
come la matematica dei semplici;
un boato improvviso dal cielo.

Così mi lasciai condurre da quei cori
e la prospettiva salì come una scala a chiocciola
mentre avvertivo un moto ascensionale
e vertigini di cobalto.

Allora il boato divenne la vastità della mia
visione; gli ultimi cornicioni di muscoli
in tensione; come siluri passavano le particelle
di luce; l’orizzonte diveniva una cintura
che si chiudeva.

Sospeso – nell’immutabile nulla dell’antigravità
per un po’ – sarò sembrato una rana nel fotogramma
del salto – a zampe divaricate – nel mistero
che sarà per sempre – questo mio creato.

Nessun commento: